Che buono il tramezzino fave e pecorino alla menta! Nella sua semplicità, mi è piaciuto moltissimo. Fave e pecorino si sposano perfettamente bilanciandosi tra accenti minerali, dolci e sapidi. Se poi interviene la menta a rinfrescare e completare il tutto, il piacere per il palato è completo.
Nonostante fave e pecorino non siano un abbinamento di sapori tipico del Piemonte, quanto piuttosto delle regioni del centro-sud Italia, questo connubio ha reso squisito il mio torinesissimo tramezzino.
Senza toccare la tradizione che è sacra, l’incontro tra stili, culture, ingredienti di aree geografiche differenti molto spesso regala ottimi risultati oltre all’arricchimento interiore e culturale.
Il cibo, che abbiamo il dovere di conoscere per poterlo acquistare, cucinare e consumare in modo consapevole e sostenibile, è, prima di tutto, un affascinante libro di storia antica, moderna e contemporanea, un romanzo d’amore e di avventura, un atlante geografico meraviglioso e un manuale di sociologia e antropologia estremamente affascinante.
Il felice sposalizio tra fave e pecorino e la vicenda del tramezzino torinese sono una parte di questa immensa ricchezza.
Fave e pecorino sono un abbinamento gastronomico le cui origini sono rivendicate da diverse regioni italiane. La tradizione romana prevede che questa preparazione sia consumata in occasione del Primo Maggio e delle scampagnate primaverili.
Quanto al tramezzino, si tratta invece di una storia tutta torinese che nel tempo si è estesa anche a Venezia, assumendo un profilo locale.
Tra cronaca, aneddoti, miti, leggende e squisite, inafferrabili e mai realmente codificabili vie di mezzo, si collocano storie che rubano gli occhi e il cuore di qualsiasi lettore appassionato di un argomento vivo e palpitante come il cibo (e tanto fortunato da potervi accedere liberamente).
Per introdurti il mio Tramezzino fave e pecorino alla menta te ne voglio raccontare una se ti fa piacere leggerla.
Nel panorama della gastronomia mondiale, così attraente e stimolante per la cultura e per le papille gustative, i viaggi sono stati determinanti. Hanno innescato il processo che porta a conoscere e importare cibi, ricette e modi di cucinare, che, arrivati in Italia, hanno sempre trovato il modo di assumere un’identità propria, ibridandosi con quel gigante che è la nostra cultura alimentare, spesso al punto di diventarne simbolo. È proprio il caso del tramezzino torinese, icona dell’epoca dei caffè in cui si discuteva di arte, politica ed economia, capace di resistere al tempo e di perseverare nell’essere terra di mezzo in cui tradizione e sperimentazione si avvicendano continuamente.
Nato internazionale, il tramezzino si presta perfettamente alle interpretazioni e alle contaminazioni, come testimonia questa ricetta con fave e pecorino.
Numerose fonti fanno convergere la nascita del tramezzino in terra britannica tra il VIII e il XIX secolo.
John Montagu, quarto conte di Sandwich (uno dei casi di nomen omen al contrario più celebri della storia), forse per non allontanarsi dal tavolo da gioco, forse perché incapace di staccarsi dalla scrivania alla quale lavorava, iniziò a chiedere che gli fosse servito il roastbeef tra due fette di pane.
Detto fatto, nacque un modo di mangiare pratico e veloce che avrebbe avuto un successo pressoché planetario, soprattutto quando i colleghi (biscazzieri o d’ufficio) del buon Lord, presero a chiedere “Lo stesso di Sandwich” che presto divenne semplicemente “Un sandwich”.
Si deve invece ad Anne Mary Stanhope, pare perché stufa di attendere che si facesse l’ora di cenare, l’invenzione di un particolare sandwich di pane morbido, farcito di burro e cetrioli, da consumare nell’ora più british che c’è: quella del tè.
I fautori dell’importazione del panino entro i confini italiani – nello specifico a Torino – furono invece gli imprenditori della ristorazione, nonché coniugi, Angela Demichelis e Onorino Nebiolo. Tornati dagli Stati Uniti con una consistente fortuna, l’apparecchio per i toast e una creatività tutta sabauda, acquistarono il caffè Mulassano di Piazza Castello il quale, ancora oggi, affascina con la sua magnifica architettura che abbraccia i trenta metri quadrati del locale e che risplende delle alzatine sulle quali sono serviti i tramezzini.
Ok, ma quando arriviamo alla ricetta del tramezzino fave e pecorino alla menta? Ancora in attimo di pazienza, resta qualcosa da raccontare.
Quando Gabriele D’Annunzio assaggiò i tramezzini per la prima volta, come momento storico voleva, li ribattezzò con il nome che portano oggi, versione italiana e creativa della parola sandwich. Perché abbia scelto proprio “tramezzino” non è certo. Forse per la forma dei golosissimi panini che gli ricordava i tramezzi del tetto di una casa di campagna, forse perché si consumavano tra un pasto e l’altro.
Qual è la verità? Non indaghiamo e consacriamola al mito, del resto, dopo tanti anni, ancora non sappiamo se il bonet si chiami così perché fa da “cappello” a un pasto o per via della forma dello stampo con cui si preparava, ma non per questo smettiamo di venerarlo, ordinarlo e gustarlo, rendendolo addirittura un discrimine essenziale per determinare la qualità di un ristorante.
Insomma, abbiamo inventato anche il “bonetometro”!
Dopo il successo torinese, il tramezzino iniziò a diffondersi rapidamente, approdando a Venezia dove trovò altra fortuna, diventando immancabile presenza mangereccia durante gli aperitivi attraverso interpretazioni ricche e variegate e quell’abitudine di schiacciarne i lati per sigillarlo e renderlo un vero baule di squisitezza, alla quale pare contribuisca il clima umido della città, capace di mantenere straordinariamente morbido il pane.
Ho preparato il Tramezzino fave e pecorino alla menta con il pecorino a media stagionatura che mi ha fornito la storia Latteria Bera di Torino. Sei in città perché ci vivi o perché la stai visitando? Inserisci questo stupendo negozio di prelibatezze casearie nel tuo carnet o nei tuoi tour. Ad accoglierti troverai Chiara. È una giovanissima super esperta di formaggi e latticini, straordinaria selezionatrice e dispensatrice di consigli preziosissimi. Conduce un paradiso per gli amanti del latte e di tutte le magie che con esso producono i migliori casari del Piemonte e d’Italia. Non te ne pentirai.
Equilibrato, intenso e capace di sollecitare il palato senza mai stancarlo, il Tramezzino fave e pecorino alla menta è davvero buonissimo e merita ingredienti di qualità.
Come se non bastasse l’esperienza organolettica, questo tramezzino è anche una soluzione perfetta per nutrirsi a dovere quando fa troppo caldo per cucinare. È inoltre ideale se vuoi dare un po’ di tregua a forni e fornelli risparmiando energia elettrica e gas. Pratica che di questi tempi non è da trascurare. Si possono infatti usare le fave fresche (in stagione) oppure quelle in scatola di alta qualità.
Trovi la ricetta completa del Tramezzino fave e pecorino alla menta nel ricettario gratuito “Le ricette del risparmio energetico” che ho ideato e realizzato attraverso il mio progetto Libricette©.
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Ti auguro una gustosa giornata,
Paola Uberti